Essi Parlano in Altre Lingue(Un’occhiata umoristica al modo di testimoniare)

di Bob Cohen

“Sei mai stato salvato?”. Un giovanotto con gli occhi piuttosto grandi mi sorprese con questa domanda mentre aspettavamo l’autobus. Mi porse un opuscolo con un’immagine dell’inferno sulla copertina. “Certo”, risposi. “Una volta quando avevo nove anni stavo nuotando alla Jones Beach di Long Island, e una forte corrente iniziò a trascinarmi al largo. Mio zio mi sentì gridare mentre chiedevo aiuto e… ”. “No, no!”, mi interruppe. “Redento! Sei mai stato redento? Sai, rinato… lavato nel sangue?”. “Ma di cosa mai stai parlando?”, domandai. “Condannato. Ti sei mai sentito condannato?”. “No, certo che no!” replicai. “Non ho mai avuto problemi con la giustizia!”. Lui mi guardò dritto negli occhi. “Penso che tu abbia bisogno di essere liberato”. “Liberato? Stavo semplicemente aspettando l’autobus per andare a casa. Penso che continuerò per la mia strada, ma grazie mille”. Lui mi guardò come se io stessi parlando un’altra lingua. “Possiamo pranzare insieme qualche volta?”, mi chiese. “Io lavoro proprio in fondo alla strada”. “Certo, va bene”. Lui mi guardò in modo abbastanza innocuo, ma devo ammettere che fosse un insolito personaggio, e sicuramente un tipo difficile da capire.

Quel mercoledì pranzai con Ed. Arrivò un pochino in ritardo ma mi spiegò che stava trascorrendo del tempo tranquillo. “Tempo tranquillo?” gli chiesi. “Cosa intendi dire?”. “Ogni giorno poco prima del pranzo mi prendo del tempo nella mia camera di preghiera”, ripose. “Preghi in una camera al lavoro?”. “No”, rispose, “nella mia macchina”. “Hai una camera nella tua macchina?!”. Lui cambiò argomento. Come il primo giorno in cui lo conobbi, ancora una volta mi lasciò confuso. Questo Ed è certamente un personaggio unico, pensai.

Quando quel giorno ci separammo, Ed mi diede un piccolo opuscolo che mi spiegava come una persona potesse entrare in relazione con Dio attraverso Gesù Cristo. Lo lessi e lo compresi, e capii esattamente di cosa avevo bisogno. Quella sera dedicai la mia vita a Gesù e “nacqui di nuovo”, come veniva dichiarato nell’opuscolo. Due giorni dopo lo dissi a Ed. Lui era felicissimo.

La settimana successiva ci incontrammo ancora, ed Ed mi esortò vivamente a trovare un buon “partner”. Rimasi sorpreso del suo suggerimento, ma si sembrò una buona idea. Seguii il suo consiglio e decisi di setacciare le palestre locali per cercare una donna attraente. Quando incontrai Denise, sapevo che lei era quella giusta. Noi cominciammo a frequentarci e in poco tempo anche lei divenne una credente. Ed si rallegrò e ci disse che sarebbe stato importante che noi fossimo piantati affinchè potessimo crescere insieme.

“A volte è difficile comprendere quel ragazzo”, confidai a Denise. Dissi a Ed che non ero molto sicuro di aver capito cosa intendesse dire con la parola “piantati”. Lui rispose: “Avvitati! Voi due avete bisogno di essere connessi, ora che conoscete Gesù”. “Aspetta un minuto”, protestai. “Solo perche non capisco cosa vuol dire essere piantati, non significa che io sia svitato. Comunque, credo che avere fede in Gesù sia la cosa più intelligente che io abbia mai fatto nella mia vita”.

Era chiaro che la pazienza di Ed si stesse assottigliando. Ci spiegò: “Bob e Denise, voi dovete inserire la spina. Capite?”. No, non capivamo! Ma mi chiesi se avere la spina inserita avesse a che fare con “l’andare sotto la potenza”, qualcosa che avevo sentito dire da Ed, ma che speravo non mi sarebbe mai successa.

Con mio rammarico, la domenica dopo non potei partecipare al servizio di adorazione. Ma Ed e io facemmo colazione insieme il lunedì mattina, così lui mi raccontò cosa fosse successo. “Dio si è mosso!”, disse con entusiasmo. “Dio si è veramente mosso ieri!”. “Dov’è andato?”, supplicai: “Avevo appena iniziato a conoscerLo, e ora se n’è andato via?”. “No, no, Bob, Dio non è andato da nessuna parte”. Mi sentii meglio. “E’ solo che molte persone si muovevano e fluivano nei doni”. “Intendi dire che la gente se ne andava durante l’incontro?”, chiesi. “E cos’è questa storia dei regali?”. “No, doni. I doni stavano realmente scorrendo”, disse. “Questo è bellissimo”, risposi. “Le persone si scambiavano regali gli uni gli altri. Mi sarebbe piaciuto essere lì”. Ed sembrò confuso.

“A ogni modo”, disse, cambiando argomento, “Denise era lì e, mamma mia, lei era infuocata!”. “Fuoco? Denise si è scottata? Cos’è successo? Ora sta bene?”. “No, Bob, non capisci”. (Questa è decisamente un’affermazione incompleta, pensai). “Denise sta bene. E’ solo che credo che lei sia realmente chiamata, e che Dio la voglia usare”. Le cose non stavano migliorando. “Denise ha detto che sta ricevendo troppe telefonate o qualcosa del genere? E cos’è questa storia che Dio vuole approfittare di lei?”, chiesi. Ed sospirò: “Posso camminare con te nella luce?”. “Dove vuoi andare?”, risposi. “Possiamo sicuramente camminare nella luce! E’ giorno, Ed”. Lui semplicemente scosse la testa. Non sapevo cosa fosse, ma a volte sembrava che Ed e io avessimo difficoltà di comunicazione.

Sono passati due anni da quando sono stato salvato e liberato. Ora sono inserito, piantato e connesso a una buona partner. Dio si è mosso, e io sto fluendo nei doni. Non posso ancora credere come Dio mi stia usando! Ho sviluppato un nuovo problema, però. Sembra che tutti i miei vecchi amici non mi capiscano più. Quando parlo loro della redenzione, che sono stati imbiancati come neve e che io desidero seguire l’Agnello, sembra che non mi vogliano ascoltare. Credo che si sentano condannati quando mi vedono infuocato.