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Tony Cooke
Dio è ________________.
Qual è la prima cosa che ti viene in mente? Ci sono molte risposte “corrette.” Molte persone, nel leggere queste parole, probabilmente hanno pensato: “Dio è amore.” Certamente non discuterai su questo. Altri avranno pensato: “Dio è buono”. Ancora risposta corretta. E allora che dire riguardo a magnifico, grande, forte, meraviglioso o potente? Ovviamente, queste e molte altre risposte sarebbero accurate.
Ma mi chiedo quante persone completerebbero quella frase nel seguente modo: Dio è felice.
Mi piace quello che Oswald Sanders dice in “Dynamic Spiritual Leadership” (“Leadership spirituale dinamica” ndt).
“Paolo proclama la buona novella di Gesù Cristo come “il Vangelo della gloria del beato Dio” (1 Timoteo 1:11). Rotherham lo traduce in modo più appropriato: “il Vangelo della Gloria del Dio felice”. Questo titolo piuttosto beatifico descrive Dio non come Uno che è l’oggetto della benedizione, ma come Uno che si rallegra in se stesso di pienezza di gioia. Egli vive nell’atmosfera sublime della sua propria eterna felicità (Ebrei 1:9). Gesù stesso possiede un’eccedenza di gioia che ha lasciato in eredità ai suoi discepoli, un magazzino che ci può rifornire di benedizioni uniche per le nostre vite”.
Sanders continua dicendo: “Così Paolo incoraggia Timoteo a credere che il Vangelo che egli deve predicare provenga da un ambiente gioioso – il cuore felice di Dio, che è eternamente traboccante”.
Così tante persone vedono Dio in molti modi, tranne che felice. Loro Lo vedono arrabbiato, impaziente, alla ricerca di errori, critico, esigente, addolorato, dispiaciuto, irritabile e irascibile. Vedono Dio come uno che è restio, riluttante ed esitante nei nostri confronti. Comunque sia, la verità è che Dio è premurosamente e attivamente benevolente verso di noi. Lui non ci tollera miseramente; Lui ci celebra gioiosamente!
Che cosa ti direbbe?
Nel corso degli anni, parlando con molte persone che stavano soffrendo a motivo di sensi di colpa, condanna, vergogna, ecc., io ho posto spesso la domanda: “Se Gesù entrasse in questa stanza, si sedesse e ti parlasse, cosa ti direbbe?”. Quasi senza eccezione, gli individui mi hanno risposto qualcosa di questo tipo: “Lui probabilmente mi direbbe quanto L’ho deluso, e mi mostrerebbe tutti i modi in cui ho sbagliato, ho fallito, ecc.”.
Certamente Dio ci corregge quando è necessario, ma questo scaturisce dal Suo cuore d’amore (Apocalisse 3:19). Quando Egli porta correzione alle nostre vite, non è mai per abbatterci o per denigrarci, ma per portarci a condividere la Sua santità (Ebrei 12:10). Dio non è colui che accusa o condanna, e noi abbiamo bisogno di essere pienamente convinti che Lui ha un cuore ripieno di gioia e piacere nei nostri confronti.
Sofonia 3:17 (NLT)
17 Poichè il Signore tuo Dio è vivente in mezzo a te. Lui è un potente Salvatore. Lui si rallegrerà in te con letizia. Con il suo amore, lui calmerà tutte le tue paure. Egli esulterà, per causa tua, con canti di gioia.
Luca 12:32 (NLT)
32 “Quindi non temere, piccolo gregge. Perché procura grande felicità a vostro Padre darvi il Regno”.
Efesini 1:5 (NLT)
5 Dio ha deciso in anticipo di adottarci nella sua famiglia portandoci a Lui attraverso Gesù Cristo. Questo è ciò che Egli ha voluto fare, e ciò gli ha procurato grande piacere.
Noi sappiamo che Dio Padre ha amato, accettato e celebrato Suo Figlio, Gesù. Al battesimo di Gesù (Matteo 3:17), Dio dichiarò dal cielo, “Questo è il mio amato Figlio, nel quale mi sono compiaciuto”. Noi siamo propensi a pensare che questo fosse a motivo del fatto che Gesù avesse fatto così tante opere meravigliose, ma questo invece è accaduto PRIMA che Gesù avesse predicato un singolo sermone o avesse guarito una singola persona. L’amore di Dio per Gesù era basato sulla stessa natura di Dio, non sulle opere o manifestazioni di Gesù. Allo stesso modo, Dio ama anche noi in base alla Sua propria natura. In Giovanni 17:23 (NLT), Gesù stava pregando il Padre, e disse riguardo a tutti i Suoi discepoli (inclusi noi) “…tu li ami tanto quanto ami me”. Che pensiero sconcertante! Il Padre ci ama tanto quanto ama Gesù. Questa non è una dottrina o una mia idea; quelle sono parole di Gesù stesso!
Quando ero un giovane cristiano, io pensavo che Gesù fosse la parte gentile di Dio, e che invece il Padre fosse la parte severa di Dio. In altre parole, vedevo il ministero di intercessione di Gesù come se Egli fosse Colui che cercava di parlare al Padre per farGli fare qualcosa che il Padre non voleva necessariamente fare (accettarci), o come se Egli cercasse di convincere il Padre a non fare qualcosa che invece voleva realmente fare (punirci). Ma dopo ho letto quello che Gesù diceva in Giovanni 16:26-27 (NLT): “In quel giorno chiederete nel mio nome. Non vi sto dicendo che io chiederò al Padre a nome vostro, perché il Padre stesso vi ama caramente…”.
Se Dio stesso è, quindi, “il Dio felice”, a che cosa ci conduce questa affermazione? Un incredibile esempio di attitudine nella vita di un credente lo si trova nella difesa di Paolo davanti ad Agrippa. Riguardo alle circostanze, Paolo aveva sperimentato mesi e anni di grandi sfide e difficoltà, ma nonostante questo disse (Atti 26:2, NKJV): “Io penso a me stesso felice, re Agrippa…”. Mi piace quella frase! Mentre la maggior parte delle traduzioni la riportano con parole tipo “io considero me stesso fortunato”, a me piace l’idea di “pensare a me stesso felice”.
Se pensiamo che Dio sia sempre arrabbiato, turbato e corrucciato, che diritto avremmo di essere felici e ripieni di gioia? Ma se invece Dio ci sorride e si rallegra di noi, sembrerebbe più corretto che anche noi possiamo fare la stessa cosa. Dopo tutto, noi siamo i Suoi figli, creati a Sua immagine e a Sua somiglianza! Dopo aver letto questo, la nostra preghiera è che anche tu possa iniziare a “pensare a te stesso felice”!
(Ndr. NLT: New Living Translation; NKJV: New King James Version)